La città risuona d’armonica,
sul pavé di polvere e fango,
nello stridore, sogni infranti
fra schizzi di luce e di buio,
in corsa da brividi e asfalto,
delle muraglie dipinte d’oro
dai guizzi di un’altra epoca.
Le vetrine riverberano tagli,
conici filtri di grigi canonici,
fra gli strali di ombre dipinti
l’aria fredda muove sinuosa.
(Ogni bacio appartiene al proprio tempo, ogni vero amore resta all’infinito)