La strada vuota
costeggia la piazza.
Rumori di passaggio,
tremolii.
Le voci sostano
sotto le luci dei lampioni,
sedute su vecchie panchine.
Attendono le mura,
sgretolandosi agli anni,
imponenti agli strazi.
Le gocce d’acqua
zampillano. Meschine.
Sulle pietre possenti
poggiano piume e sabbia,
orme impresse dai secoli.
Scrosceranno
le piogge d’autunno.
Sono sottili questi istanti,
passano attraverso le mani
volando via portati dal vento.
Gli amori resistono.
Escono sulla porta e vagano.
Respirano bisbigli e urlano.
Carezzano le albe.
Vivendo. Danzando
sulla linea d’orizzonte.
(Dimentichiamo le regole, le virgole e i punti. Sorridiamo.)