I vicoli di Napoli, percorsi
dall’aria fredda di novembre
dai sogni irrequieti, segni
fra gli svolazzanti adorni
di ballerine sinuose.
I cieli di Napoli, condivisi,
dalle fioche luci, gli intensi di stelle,
fra i lembi di manifesti sbiaditi
in cerca di attenzioni, resti
incantati dalle voci impetuose.
I palazzi di Napoli, imponenti,
silenziosi, cadenti, maestosi,
regni perduti in un senso antiorario,
giganti di tufo, mitigati dal tempo,
mentre il tutto si stende leggero.
Il mare di Napoli, sbatte gli scogli,
crea spuma, disegna universi
grandi quanto un abbraccio
di frontiera, fra due corpi
fatti di acqua e cielo e lava.
I sapori di Napoli, invadono.
In movimento fra le crepe dei muri,
descrivendo storie di mondi, d’amori,
di note sullo scaffale di un bar.
Passi fluidi nel pieno di un giorno di sole.
(La grandezza delle cose è scandita dagli attimi resi eterni…)
– in essenza de La Belle Époque Tango Marathon
Foto mia – Napoli Sanità
Una città che mi affascina, scorci incantevoli…e profumi inebrianti.
A volte il brivido perverso della paura.
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