Lascio un urna vuota,
dei miei amori, i miei desideri;
invisibile controllo:
filo spinato sanguinolento;
fredde mani stringono.
Scivola lasciva l’immagine,
occhio pieno di passione e ira;
pelle tesa e fine e dura,
voce mite,
decisa e dubbiosa, lenta.
Assaporo dolce la fine.
Trasporto di frese e rose e legno;
concupire i turgidi seni, ora passiti,
vivido ricordo di una vita gaia;
frutto tenero declivia.
Derviscio all’angolo della stanza:
con disgusto è visto, placido e certo
il portamento, nulla da perdere. Il guscio
cede, marcio di pensieri,
degno a parole, noia e rabbia.
Breve cagione di frusta.
Segni logori di sogni;
frescura imminente, mai all’arrivo;
descrivere incapaci di verità;
godere solo uno solo.
(Insieme, perché separati siamo soltanto pezzi di carne.)
”Insieme, perché separati siam solo pezzi di carne”. Un concetto che mi piace molto mio caro. Che dire di più? Solo che sei bravissimo. Un caro abbraccio. Isabella
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