Tremano appena le frasche,
intrecciate nell’ombra,
l’adorata striscia di sole è dono
lungo i muri grigi.
Fra le nuvole viandanti,
passeggiano lungo i viali
i bambini gli adulti e gli amanti,
in raccoglimento
delle ultime sillabe di giorno.
È andato, è scomparso,
oltre la coltre di pietre,
oltre l’immane distesa,
catapulta sospesa,
germoglio di stella, azzurro
e miele e anfiteatro.
Le foglie, le figlie,
danzanti sospinte, dipinte
di gioia, respinte
dai colori cosparsi di lucciole,
di niente spariscono, sazie di spazi.
È un vecchio signore,
con un impermeabile beige
e un vestito grigio
e le scarpe nere,
dal passo incerto.
Il caso, il destino, il tempo.
E le siepi, e gli aghi di pino
in un’altra vita,
in una vecchia casa di campagna.
Vanno via le ultime voci.
Si ferma il cancello e la porta,
resta lo sguardo
e le mani fredde e arrossate.
(Finzione e incertezza bruciarono al rogo!)
La dernière heure – José Manuel Capuletti
https://es.wikipedia.org/wiki/Jos%C3%A9_Manuel_Capuletti?wprov=sfsi1
Hai un modo così particolare di scrivere che leggerti è sempre un vero piacere. Anche questa è davvero bella. Ciao
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