Sulle panchine il tempo è muto.
L’aria porta il sapore della notte.
La voce annuncia il mio treno.
Un ragazzo legge un giornale rosa.
La calca alle entrate e dipinge
d’ombre sui vagoni
d’oro sulla banchina.
Si dileguano le ultime voci
le richieste di spazio
i saluti sulle scalette
e poi la ricerca del proprio posto
si perde nella chiusura delle uscite.
È già distesa di campi
lavorati o abbandonati
di colture in rigoglio.
L’unico suono è quello dello sferragliare.
L’unica voce narra la vita
una storia una fra tante…
(Prossima fermata: caffè!)