La città è falsificata,
dallo stormire di queste persone,
dai palazzi imponenti e opachi.
Mine vaganti attraversano le strade,
poche gocce di pioggia
rendono il grigio intenso,
cielo e terra in un’ampolla di vetro.
Una mano capovolge tutto,
cadono monili fra le nuvole,
tracce umane divelte dal tempo,
soltanto il frusciare
dei fogli di carta portati dal vento
rimettere tutto come prima,
né a posto, né nel modo giusto.
Svetta di sbieco la torre bianca,
le strade strette, i vecchi palazzi,
le torme di macchine fotografiche,
sciami di frasi,
granelli di pietre sui cuori.
Ascolto il frastuono degli sguardi,
le scelte rincorrono i sensi,
aeroplanini di carta di zucchero
disciolti in volo.
La città accoglie mattoni rossi,
stucchi e colonne,
statue di Dei fra gli uomini.
Sacri baci di amanti dai sorrisi d’incanto.
(Un gioco è divertente solo se fatto con serietà!)
Florence, Aleksandra Ekster