La stazione è raccoglimento,
di viaggi di sguardi di incontri.
Arrivo fra saluti
di partenze, di abbracci.
La città scivola, nella quiete
fra i colonnati, i viali costeggiati
da alberi, di parchi e ville,
dalle persone immerse nel sole.
Scendo, tre scalini,
il bagaglio è più del bisogno,
eppure mai abbastanza,
cammino e danza
l’ombra di un platano,
supero il ponte, è unione
di ogni piccolo sogno sereno.
Un breve tratto sospeso
a mezz’aria, ampolla d’attesa.
Ripongo le scarpe,
è scambio di intenti, di vesti,
dei resti di una stanchezza
lasciata adagiata su una poltrona.
Inizia la musica, avanti maestro,
si balla si scherza, è tutto
un disegno surrealista, un concerto
di sguardi e di passi, è respiro
assonante. Gentile.
Il calore, il sudore, l’umore
in fase di ascolto, reciproco stato.
Stato d’essenza, presenza,
di sorrisi già noti, di note sentite
ascoltate, in costanza, la danza
la danza, si perde il sentiero
nel girovagare, nella notte stellata
in un canto di cielo, lassù oltre il vetro.
È sonno, è riposo, di breve durata,
altra stanchezza adagiata.
Prosegue, si insegue, continua
la danza, la danza,
tanti cuori racchiusi, dischiusi,
in uno spazio giusto, mai abbastanza.
E il viaggio è un filo di lenza,
pazienza, in un ritorno in un tempo
passato, mai spezzato.
Resta addosso una nuova stanchezza
mai abbandonata, cercata
voluta. Dentro la fatica è quiete
felice quanto un riposo…
(In ricordo del 5TH ETDS)
TI LOVVO. Mi hai emozionato.
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Grazie… ☺️
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