Lotto, lascio fatica ai miei piedi, è ingarbuglio,
ascolto distinto, sento il crepitio,
delle gocce, delle parole, d’assenso e d’assenza,
dei tuoi occhi nocciola e i miei che nocciola non sono.
La verità è un dolore acceso ed uno risparmiato,
un manifesto strappato
attorciglia il suo peso
misto ad acqua e vento; asporto, assorto,
lancio fiori e fuori tuona, cadono fluendo nel fango,
provo ad appallottolare un foglio di carta,
è istinto,
non riesco a darvi forma, è indistinto,
è astruso, intriso di parole giuste nella forma,
in un miscuglio informe.
La strada è metà in sole e metà in ombra,
è viaggio e meta, costeggio.
Un antico palazzo, entro
in una antica piazza, resto fuori
da stanze antiche ove c’è tempo e respiro,
verità e respiro, arte e respiro,
pietra e legno, odore di vite e di viti e di vuoti.
Il tempo, il respiro e la verità, questo l’insegnamento:
il tempo scorre sulla pelle e poi altro;
il respiro fluisce dentro ed è fremito e poi ancora;
la verità è fusione, avvenuta, mancata, e poi basta.
La via è smarrita… è il senso.